Il progetto “Ridiamo ossigeno ai quartieri”, realizzato grazie all’8×1000 della Chiesa Valdese, si è realizzato con il coordinamento di Legambiente Campania ed il contributo scientifico del Forum Disuguaglianze e Diversità.
L’obiettivo del progetto era individuare la disponibilità di ricchezza comune nelle periferie di San Giovanni a Teduccio a Napoli, La Stanga a Padova e Centocelle a Roma, e la consapevolezza che ne avevano gli abitanti. Come era facile prevedere non ci sono stati risultati univoci, confermando la grande variabilità dei luoghi con cui occorre confrontarsi. E conseguentemente sono state utilizzate metodologie di lavoro sul campo e strumenti molto diversi.
A Napoli, dove si stava realizzando e avviando la prima Comunità energetica Rinnovabile e Solidale, si è ricostruito il contesto storico e sociale del quartiere, si è sviluppata un’inchiesta per rilevare la consapevolezza degli abitanti sulla ricchezza comune, con un approfondimento sul tema dell’energia come bene comune, e si è prodotta anche la mappatura delle 30 associazioni attive nel territorio. Si sono quindi somministrati 100 questionari a cittadini e cittadine da 18 a 85 anni, per indagare lo stato di consapevolezza dei cittadini rispetto allo stato della ricchezza comune nel territorio. Il lavoro è stato accompagnato anche da interviste a 3 testimoni privilegiati e da 5 Laboratori di educazione ambientale rivolti a 20 bambini e bambine della fondazione Famiglia di Maria (tra 7 e 11 anni).
A Padova per costruire il percorso di acquisizione di consapevolezza da parte degli abitanti del quartiere si è partiti dalla ricognizione dello stato sociale ed economico del territorio attraverso i dati rintracciabili presso il Comune. Si sono quindi coinvolti gli abitanti del quartiere per costruire in modo partecipato le mappe di ricchezza comune. L’occasione è stata fornita da alcune giornate di partecipazione e di volontariato organizzate al parco Esperanto, che sono diventate occasioni di dialogo con adulti sulla ricchezza comune, anche grazie all’utilizzo delle mappe tematiche. Le giornate hanno visto il coinvolgimento crescente degli abitanti: da 20 partecipanti al primo incontro a più di 100 all’ultima iniziativa. In parallelo si è strutturata la collaborazione con il 7° Istituto comprensivo che ha dato vita a laboratori di riciclo creativo durante il campus estivo, ad attività di coinvolgimento dei bambini sull’analisi della ricchezza comune in quartiere e ad attività di cura del giardino scolastico con la messa a dimora di nuovi alberi nel parco della scuola.
Anche a Roma il percorso si è misurato con un’indagine desk sulle condizioni socio-ecnomiche e culturali del quartiere, che ha “consigliato” di coinvolgere attivamente fin dai primi passi alcune scuole del territorio, con l’obiettivo di creare un punto di aggregazione e partecipazione dei ragazzi e delle loro famiglie, a cui ha fatto seguito la sperimentazione di una web-radio per raccontare la ricchezza comune.
Il progetto ha consentito di valutare il ruolo rilevante che le organizzazioni di impegno civico e di cittadinanza attiva svolgono nel costituire un tessuto sociale e culturale che contribuisce in modo sostanziale non solo a rinforzare il patrimonio di ricchezza comune presente in un quartiere, ma anche la fruibilità di quel patrimonio per gli abitanti. E ha permesso di registrare le diverse modalità attraverso cui è possibile entrare in relazione con gli stakeholder in un quartiere, partendo dalla mappatura delle organizzazioni attive.
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