Nonostante se ne parli da oltre trent’anni e siano state previste da leggi approvate dal parlamento fin dai primi anni ’90, le Aree Marine Protette della Costa del Monte Conero e della Costa del Piceno non sono state ancora istituite. E nelle Marche al momento nemmeno un metro quadro di spazio marino regionale risulta tutelato efficacemente.
La transizione ecologica passa anche dalla salvaguardia degli ecosistemi marini, per questo occorre accelerare l’iter istitutivo delle Aree Marine Protette della Costa del Monte Conero, il cui iter è fermo dal 2014, e quello della Costa del Piceno, fermo dal 2008. Queste aree costiere protette sono richieste da comitati, operatori della pesca e turistici, cittadini, ricercatori e da molti amministratori locali; tuttavia la Regione non esercita adeguatamente il suo ruolo di indirizzo e guida per la loro istituzione.
Istituire le Aree Marine Protette significherebbe garantire la tutela della biodiversità marina che nell’Adriatico è fortemente a rischio a causa dell’eccessiva attività di pesca che viene attuata ancora con metodi insostenibili.
Il mare Adriatico è un hotspot di biodiversità estremamente fragile e ad oggi in sofferenza con il 90% degli stock ittici sovra sfruttati. Per questo motivo è importante che le Marche accelerino il passo anche per favorire la piccola pesca artigianale.
Solo un’efficace gestione dei sistemi di pesca selettiva e sostenibile, praticata soprattutto dagli operatori della piccola pesca artigianale, rappresenta il modo per garantire che tale attività continui a sostenere la produzione di cibo nel rispetto della biodiversità e del mare.
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