Tappa a Calliano, in provincia di Asti, per la campagna nazionale di Legambiente “I cantieri della transizione ecologica”, alla scoperta di un innovativo impianto per la realizzazione di cartongesso, all’avanguardia sul piano tecnologico e sostenibile dal punto di vista ambientale.
L’impianto di Calliano, il primo avviato da Fassa Bortolo per la realizzazione di cartongesso, è stato inaugurato nel 2010. Il sito è stato progettato nel rispetto degli equilibri geomorfologici, idrogeologici e paesaggistici del territorio.
Per minimizzare l’impatto negativo delle attività di estrazione del gesso, Fassa Bortolo punta da sempre a una gestione responsabile delle risorse naturali a cui deve attingere, riducendo l’utilizzo di acqua ed energia, limitando le emissioni inquinanti e ottimizzando ogni consumo. In quest’ottica, la specificità dell’impianto di Calliano è che essendo limitrofo a una cava il gesso estratto arriva direttamente in produzione, riducendo così al minimo la fase di trasporto e minimizzando le emissioni di CO2 ad essa connesse. Particolare attenzione è stata prestata anche al percorso dei camion, studiato per non creare disagi al traffico di zona.
Nello stabilimento vengono prodotte lastre di cartongesso di ottima qualità e certificate al 5% minimo di materiale riciclato e sottoprodotto proveniente da altre lavorazioni (Certificazione del contenuto di riciclato n° P243 ICMQ). L’impianto è inoltre autorizzato alla raccolta degli scarti di gesso provenienti dai cantieri che possono essere reimmessi nel ciclo di produzione oppure rielaborati per produrre sottoprodotti da utilizzare in differenti filiere.
Nel 2021 al suo interno è stato installato un cogeneratore che produce energia elettrica e calore. Nel ciclo produttivo viene recuperata una certa quantità di acqua utilizzata nelle varie attività. Per la maggior parte si tratta di acqua di condensa dell’essiccatore del gesso, che non viene emessa in atmosfera sotto forma di vapore acqueo ma condensata e convogliata in un silo da 500 litri. Infine, viene recuperata anche una parte dell’acqua utilizzata per il lavaggio della linea durante le manutenzioni.
La tecnica estrattiva
È il 1993 quando Fassa Bortolo avvia la coltivazione della prima cava di gesso in sotterraneo in questo territorio, a Moncalvo. Da allora l’azienda ha sviluppato e reso sempre più efficiente questa tecnica che permette di arrivare alla parte migliore del giacimento favorendo l’estrazione del minerale di gesso non inquinato da argille, marne o gesso alterato, come spesso avviene invece con le coltivazioni a cielo aperto.
Per coltivare il gesso in sotterraneo viene impiegato principalmente il metodo per camere e diaframmi, che consiste nella realizzazione di vuoti intervallati da diaframmi di roccia, ottenuti utilizzando frese elettroidrauliche (roadheader), invece del tradizionale metodo “drill and blasting” (esplosivo). Questa tipologia di coltivazione permette da un lato un limitato sfruttamento del giacimento, dall’altro di mantenere un elevato grado di stabilità a fine coltivazione e agevolare le operazioni di aspirazione delle polveri durante l’attività estrattiva, garantendo così la salubrità dell’ambiente per i lavoratori.
Questa tipologia di coltivazione permette da un lato un limitato sfruttamento del giacimento, dall’altro di mantenere un elevato grado di stabilità a fine coltivazione e agevolare le operazioni di aspirazione delle polveri durante l’attività estrattiva, garantendo così la salubrità dell’ambiente per i lavoratori.
Fassa Bortolo
Con alle spalle oltre trecento anni di storia, Fassa Bortolo è oggi leader in Italia e a livello internazionale nel campo delle soluzioni innovative per l’edilizia. La sua crescita sostenibile è guidata da tempo dai principi dell’efficienza energetica e della circolarità. L’azienda adotta infatti una serie di pratiche per ottimizzare l’uso delle risorse, eliminare gli sprechi e minimizzare l’emissione di sostante inquinanti.
L’attenzione per la qualità delle materie prime utilizzate è massima: il cartone utilizzato è composto al 100% da carta riciclata; gli additivi usati sono rigorosamente non tossici o pericolosi; l’acqua utilizzata in produzione viene recuperata; gli scarti delle lavorazioni sono raccolti e reimmessi nel ciclo produttivo; vengono privilegiati materiali naturali come l’amido di mais, per migliorare l’adesione al gesso.
In tutto il processo produttivo le lastre di cartongesso sono sottoposte al controllo di qualità: al termine del ciclo di produzione vengono verificate dal personale del laboratorio e quelle che non rispettano gli standard sono frantumate e reimmesse nel ciclo produttivo evitando sprechi di risorse. Tutte le lastre, così come la maggior parte dei pannelli accoppiati, sono conformi ai CAM (Criteri ambientali minimi per l’affidamento di servizi di progettazione e lavori per la nuova costruzione, ristrutturazione e manutenzione di edifici pubblici), rispettando in particolare il criterio minimo di materia prima riciclata richiesto per i sistemi a secco.
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