La transizione ecologica passa anche dal settore agricolo, e in un Paese come l’Italia, anche dal settore vitivinicolo. Fare agricoltura biologica è la strada da intraprendere per favorire la sostenibilità ecologica di tutta la filiera, dal produttore al consumatore. E se il mercato apprezza sempre di più le produzioni biologiche e sostenibili è anche grazie a esperienze virtuose come quella della Rassegna degustazione nazionale di vini biologici e biodinamici di Legambiente che da 31 anni anima il cuore della Maremma.
La manifestazione, tra le più longeve di questo settore in Italia prende vita a Rispescia in provincia di Grosseto. Qui ogni anno una commissione formata da tecnici ed esperti degustatori, tramite degustazione cieca, seleziona i vini vincitori e ai loro produttori viene consegnata una targa in premio durante la serata di degustazione organizzata da Legambiente nella storica sede di Festambiente a Rispescia. La rassegna degustazione, tra le altre cose, è stata protagonista di Expo 2015 di Milano in cui si è tenuta la cerimonia di premiazione dei vini selezionati di quella edizione.
L’idea di creare la rassegna è nata nel 1990 e si deve a Giancarlo Scalabrelli, professore ordinario di Viticoltura della facoltà di Agraria dell’Università di Pisa, scomparso nel 2020. L’obiettivo è da sempre quello di accendere i riflettori sulle realtà vitivinicole bio, con la consapevolezza che serve un sostegno concreto alle attività produttive per raggiungere gli obiettivi stabiliti dall’Ue con le strategie “Farm to fork” e “Biodiversità 2030”, ovvero l’incremento delle superfici agricole dedicate al biologico.
La scelta vincente della manifestazione si è rivelata quella di unire associazionismo, ambientalismo, mondo dell’università e della ricerca per valorizzare questa tipologia di vini e dimostrare che un’agricoltura bio e di qualità che mette da parte la corsa alla massima resa in nome della sostenibilità per l’ecosistema è una realtà possibile. La rassegna viene organizzata, infatti, in collaborazione con il dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali e il corso di laurea in Viticoltura ed Enologia dell’Università di Pisa.
Nei primi anni la rassegna ha registrato la partecipazione di vini ancora da affinare, ma con il tempo la qualità e la quantità delle produzioni sono cresciute in maniera esponenziale, trasformando questa tipologia in una delle fette di mercato più promettenti. Basti pensare che in Italia nel 2021 il numero complessivo di cantine coinvolte nella produzione di vino biologico ha raggiunto quota 2.139 (fonte Nomisma). E che sempre nel nostro Paese si contano circa 126mila ettari di vigneto biologico, con un’incidenza sulla superficie vitata complessiva del nostro Paese di circa il 19%, la più alta in Europa e nel mondo.
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